La Basilica – Secolo IV-IX
Nel IV sec. San Lorenzo sorgeva all’esterno delle mura cittadine, non lontano dall’anfiteatro, dal palazzo imperiale e dal circo, lungo la via Ticinensis, che congiungeva Pavia a Milano ed era la strada di accesso più importante alla città. Per chi arrivava a Milano la Basilica si presentava con la sua mole come “il più imponente edificio a simmetria centrale dell’Occidente cristiano”.
(M. Mirabella Roberti)
- LE ORIGINI
- LE IPOTESI SULL’EDICIFIO
- 1500 ANNI FA…
Le Origini della Basilica
- il modello architettonico estraneo al tipo basilicale, voluto da Sant’Ambrogio a Milano
- la grandiosità e l’originalità del complesso architettonico tetraconco “a doppio guscio”
- l’impiego di grandi risorse economiche
- il riutilizzo di materiale edilizio da edifici pubblici preesistenti, tra cui, probabilmente, il vicino anfiteatro.
Le indagini archeometriche del 2002/2004 hanno circoscritto la datazione tra l’ultimo decennio del IV e l’inizio del V secolo, cioè gli ultimi anni dell’imperatore Teodosio e il periodo di Onorio e Stilicone.
Se così fosse, l’edificio nascerebbe dalla volontà di affermare la stabilità della dinastia dei Teodosii e di ribadire il ruolo di Milano come residenza imperiale in un momento difficile per la pressione dei barbari alle frontiere.
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L’ipotesi più accreditata, però, è che fosse uno spazio sia per le grandi cerimonie civili, che per le funzioni religiose, collegato al mausoleo imperiale, l’odierna Sant’ Aquilino (secondo la tradizione medievale, cappella della Regina con riferimento a Galla Placidia, figlia di Teodosio).
Un’altra ipotesi è che tutto il complesso sia stato progettato come mausoleo per la famiglia imperiale da Stilicone e la sua uccisione nel 408 abbia avvolto nel silenzio sia il committente che l’edificio. Sia nell’uno che nell’altro caso, la funzione anche civile spiegherebbe le quattro torri, che conferiscono alla costruzione l’aspetto di fortezza.
Contro queste ipotesi c’è chi fa notare come l’opera si sviluppi con un piano unitario, che la partenza, sebbene non definitiva, di Onorio per Ravenna, nel 402, non sembra avere interrotto e dubita quindi che un’impresa così impegnativa possa essere stata decisa e portata a termine dalla corte imperiale alla vigilia di lasciare
L’unicità della costruzione ha sollevato interrogativi già dal medioevo, che la considerò o tempio pagano o edificio termale.
Ma resta da chiarire la funzione di un così vasto complesso.
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La Basilica, costruita su una collina artificiale, era ed è costituita da un edificio a pianta centrale delimitato da quattro torri, e, intorno, da tre piccoli edifici “satelliti”, a pianta ottagonale. Si entrava attraverso un quadriportico, preceduto da un un ingresso colonnato.
Tre portali, sul lato ovest, immettevano in un’aula quadrata iscritta in un tetraconco, cioè in quattro conche o esedre: ciascuna di queste descriveva un semicerchio, scandito all’interno da quattro colonne e all’esterno da muratura curvilinea.
Intorno al vano centrale correva, come oggi, il deambulatorio e, sopra, un loggiato superiore, la cui funzione originale non è accertata e che nei secoli successivi venne usato come matroneo. Opposto alla parete d’ingresso (verso est) la Basilica si allargava in una cappella a croce greca entro perimetro ottagonale, dedicata in seguito a Sant’Ippolito. A lato della cappella si aprivano quattro portali.
I due, sotto le torri divennero ingresso a due aule absidate, costruite probabilmente nel VI secolo. Dall’esedra di destra (verso sud), si accedeva, attraverso un atrio, ad un edificio ottagonale (probabile mausoleo imperiale ma ritenuto erroneamente battistero), oggi cappella di Sant’Aquilino.
A nord, simmetrica a Sant’Aquilino, il vescovo Lorenzo I fece costruire la cappella di San Sisto tra il 489 ed il 511, per le tombe dei vescovi. Una serie di ampie finestre dava luce alla parte inferiore della Basilica e analoghe aperture erano nella parte bassa delle torri.
E’ credibile che le pareti fossero rivestite di marmo nella parte inferiore, mentre le volte, gli archi e tutte le parti più elevate fossero decorate con mosaici. Per costruire San Lorenzo si usò materiale edilizio recuperato da edifici preesistenti, pratica che si diffuse dal III sec. in poi, a causa della crisi economica che coinvolse anche l’attività estrattiva delle cave.
Ad esempio, per le fondamenta si usò materiale di recupero del vicino anfiteatro, per Sant’Aquilino un portale del I secolo e per le colonne di fronte alla Basilica un edificio del II secolo.
Approfondimenti Storici
- MILANO durante il Secolo IV-IX
Milano, città tra le più importanti dell’Impero Romano, nodo strategico delle vie di comunicazione verso il nord, dal 286 d.c. era divenuta residenza imperiale d’Occidente: qui Costantino, nel 313, emanò l’editto che diede libertà di culto al Cristianesimo.
A causa della pressione alle frontiere dei Visigoti che, nel 401, guidati da Alarico, posero l’assedio alla città, nel 402 la sede imperiale venne trasferita a Ravenna e nei due secoli successivi Milano subì vari saccheggi da parte delle popolazioni barbariche che attraversarono la penisola. Il più grave avvenne nel 539 ad opera dei Goti.
Quando poi i Longobardi conquistarono la regione nel 569, preferirono, come capitale del nuovo regno, Pavia perchè situata in una posizione geografica più difendibile.
Solo nel periodo carolingio Milano riprese il ruolo di importante centro vitale grazie ai suoi vescovi che, nel vuoto di potere che si era creato, avevano acquistato sempre più prestigio religioso e potenza politica.
- LE COLONNE DI SAN LORENZO: la loro storia
Le sedici colonne, alte 7,60 in marmo di Musso-Olgiasca, furono erette là, dove ancora sono, forse contestualmente alla Basilica, come ingresso di un probabile quadriportico tardo-antico (fine IV sec.). Sono materiale di recupero provenienti da un edificio del II secolo d.C.
Oggi il colonnato appoggia su uno zoccolo medievale, come pure medievale è l’intercolumnio centrale sormontato da una colonnina: questi rimaneggiamenti avvennero probabilmente tra l’XI ed il XII sec.
- Le colonne in un disegno del 1600
- Il complesso di San Lorenzo attorno al 1790
- Le colonne nel 1791
- Le colonne nel 1840
- Le colonne nel 1858
- Il complesso di San Lorenzo nel 1935
Nell’arco dei secoli, le case sorte fra la Basilica e le colonne isolarono queste ultime dal loro contesto architettonico esponendole a continue minacce di demolizione: già nel 1548 corsero il rischio di essere abbattute per allargare la strada in occasione dell’ingresso di Filippo II re di Spagna. Il pericolo di demolizione si ripresentò nel secoli successivi: alla fine del ‘700, trovando un illustre difensore in Pietro Verri, poi di nuovo nel 1830 durante i lavori di riassetto di corso di Porta Ticinese.
All’inizio del ‘900 prevalse il principio della conservazione e nel 1933 si iniziò la demolizione delle costruzioni che erano sorte tra la Basilica ed il colonnato che finalmente furono ricongiunti visivamente.
A causa delle bombe dirompenti dell’agosto 1943, prima, e delle vibrazioni provocate dai tram, poi, fu necessario svolgere nel dopoguerra un importante e difficile lavoro di restauro delle colonne.
- SANT'AMBROGIO patrono di MILANOlo
Nato a Treviri (l’odierna Trier in Germania) verso il 339, dove il padre, di nobile famiglia romana, era prefetto, Ambrogio si trovava a Milano come governatore nel 374. Quando il vescovo ariano Aussenzio morì, scoppiarono disordini tra ariani e cattolici per la scelta del successore. Ambrogio fu acclamato vescovo e consacrato il 7 dicembre 374, una settimana dopo essere stato battezzato. Da quel momento, egli fece di Milano il centro della lotta contro il paganesimo e l’arianesimo, e di fronte all’Imperatore si battè per la libertà e autonomia della Chiesa, svolgendo un continuo ruolo di mediazione e di collaborazione tra le varie forze.
Uno dei momenti più gravi in cui, a Milano, si fronteggiarono i due poteri fu nel 385: l’imperatore Valentiniano II assegnò agli ariani per le loro funzioni la basilica “Portiana” extra muros (la cui identificazione è rimasta un enigma irrisolto, anche se alcuni studiosi propendevano per identificarla con San Lorenzo). Questo scatenò nuovamente un antagonismo fra le due fazioni che arrivò al culmine la domenica delle Palme del 386, quando nella Portiana Sant’Ambrogio pronunciò il sermone con la celebre sentenza: “Imperator enim intra Ecclesiam, non supra Ecclesiam est” ( l’imperatore fa parte della Chiesa, non sta al di sopra di essa).
Nel 392, alla morte di Valentiniano II, l’imperatore d’Oriente Teodosio insediò a Milano il figlio Onorio, di cinque anni. I rapporti fra Teodosio, anch’egli contrario all’arianesimo, e Ambrogio ebbero alterne vicende. La tradizione popolare ha dato molto risalto all’episodio delll’eccidio di Salonicco, in cui le truppe imperiali massacrarono la popolazione: Ambrogio impose una penitenza pubblica a Teodosio, come responsabile del fatto e per la prima volta un imperatore fu costretto ad umiliarsi per ricevere il perdono, come un semplice fedele.
Teodosio morì nel 395 lasciando il figlio Onorio sotto la tutela del generale Stilicone. Ambrogio morì nel 397. È a questo periodo che, secondo gli ultimi studi, risale la costruzione di S. Lorenzo.
L’iconografia di Sant’Ambrogio vestito da vescovo con lo staffile in mano (con riferimento evangelico a Gesù che scaccia i mercanti dal tempio), simbolo della sua lotta contro gli ariani, si afferma nel sec. XII, probabilmente in concomitanza alle lotte religiose (patarini ed eresia catara) del sec. XI e XII.
- L'ARIANESIMO: un'eresia combattuta da SANT'AMBROGIO
Mosaico della cupola del Battistero degli Ariani, Ravenna.
E’ un’ eresia che prende il nome da Ario, vissuto in Egitto tra il III e il IV secolo.
Egli negava l’uguaglianza tra il Padre e il Figlio. Di conseguenza il Figlio era una creatura, sia pure eccellente, di rango inferiore, subordinata al Padre. Il concilio di Nicea nel 325, convocato da Costantino, condannò Ario e stabilì il dogma della “consustanzialità” (cioè, come si dice nel Credo: ‘generato non creato, della stessa sostanza del Padre’).
Nonostante la condanna, l’arianesimo ebbe, oltre all’appoggio di Costantino per un breve periodo, anche quello di altri imperatori, sostegno dettato non sempre solo da motivi religiosi ma anche di convenienza politica per sottrarre la Chiesa, emanazione di Cristo, alla sfera divina e sottometterla all’autorità dello Stato e dell’Imperatore.
Una ripresa dell’arianesimo alla corte imperiale si verificò con l’imperatore Costanzo II (350-361) che nominò l’ariano Aussenzio vescovo di Milano.