Oratori e Dintorni

Lei probabilmente è ancora troppo giovane per sapere che la nostra vita è molto semplice. E’ irrimediabilmente complicata solo quando si pensa a se stessi; ma nel momento in cui non si pensa più a sé e ci si domanda come aiutare un altro, diventa semplicissima. - da R. Musil, L’uomo senza qualità

Settembre è da sempre tempo di “riorganizzazione” della vita dopo le vacanze (per chi le ha fatte, brevi o lunghe che siano state), con il lavoro che è nel frattempo ripreso, la scuola dei figli, le varie attività sportive, artistiche, “culturali” (il potenziamento della seconda o terza lingua straniera) da incastrare lungo la settimana.

Settembre è quindi anche il tempo in cui riprendiamo confidenza con la nostra quotidianità, che abbiamo sospeso in estate e che puntualmente ci stava aspettando: la nostra casa con le piante e i fiori sul balcone che sono seccati, il condominio con i nostri vicini, le strade del nostro quartiere con il traffico e i cantieri della metropolitana, la spesa “grande”, qualche amico o amica che abbiamo rivisto, i racconti di come è andata l’estate subito “sommersi” da quanto è ripartito, che ci porta qua e là, lasciandoci l’impressione di dover correre sempre.

In tutto questo riparte anche l’oratorio …

E lo fa – come ogni anno – secondo le sue caratteristiche, con le quali ha attraversato la storia:

 

  1. Il richiamo all’essenziale: il vangelo di Gesù

L’essenziale per l’oratorio, quindi per un bambino, un ragazzo, un adolescente o un giovane e per un genitore adulto, che lo accosti, è il vangelo di Gesù, che ci aiuta a stare al mondo secondo uno stile, delle abitudini, che lui per primo ha vissuto e condiviso con i suoi discepoli: favorire e accompagnare l’amicizia (la fede) con lui è da sempre il compito di un oratorio, insieme a quello di tutta la Chiesa.

Ecco perché al centro del Progetto e della vita di un oratorio c’è sempre l’incontro Gesù nell’eucarestia (la Messa) alla domenica: è qui che tutti, dai più piccoli ai più grandi, hanno la possibilità di ricevere la sua stessa vita, secondo il desiderio del suo cuore, ieri, oggi e sempre!

 

  1. Il realismo della fede: con i piedi per terra

Il vangelo di Gesù non è però “vorace”, sa stare attento alle condizioni e ai ritmi (spesso imposti, a volte scelti) della vita quotidiana e sa sinceramente rispettarli, ben sapendo la responsabilità e gli impegni  che comportano, ma fa anche da “sentinella”: avverte cioè quando queste condizioni e ritmi ci portano lontano dall’essenziale per immetterci in circuiti di abitudini e logiche che ci strappano a noi stessi, prima che al Signore, alla fede e alla morale.

Il vangelo di Gesù ci difende allora dal rischio di vivere “separati” da noi stessi e questo coincide con uno sguardo riconciliato su di sé, sugli altri e sul mondo, anche quando costa fatica e il paesaggio non è per nulla edificante: così la malattia non diventa una maledizione, il fallimento di un legame familiare una condanna, la povertà una colpa …

 

  1. La cura per le relazioni reali: la comunità cristiana

Tutto questo avviene tra persone reali, fisiche che si ritrovano, non ognuno per conto suo, perché “ho già la mia vita da mandare avanti e mi basta già quella”; l’oratorio attraverso il suo Progetto, i suoi spazi e la sua proposta di appuntamenti lungo l’anno – e grazie alle persone che se ne assumono la responsabilità diretta: catechisti ed educatori, adulti incaricati in segreteria, al bar, alla cucina, alle pulizie, ecc. – è l’occasione di condividere dentro la comunità cristiana relazioni reali con chi abita la stessa zona o lo stesso quartiere e magari condivide già la stessa scuola o pediatra per i figli.

Ora, se così vale in nome della casa, dell’educazione, della salute, ancora di più – siamo convinti – in nome del Signore: è per questo che ci siamo.

Don Luca Camisana