Tempo di Pasqua

L’annuncio della risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo, solennemente dato nella notte tra il Sabato santo e la domenica di Pasqua durante la grande celebrazione della veglia, introduce la Chiesa nel tempo della “pura gioia” cristiana. Infatti, i cinquanta giorni che si succedono dalla domenica di Pasqua alla solennità di Pentecoste si celebrano come un solo giorno di festa, come la “grande domenica”.

In questo tempo, la preghiera liturgica, i segni delle chiese, la vita delle comunità, dovranno essere caratterizzati dai colori belli della vita che si afferma, da un linguaggio ricco di termini che aprono alla speranza, alla pace, alla riconciliazione.
È significativo che proprio in questo tempo nelle nostre comunità si celebrino i battesimi, le prime comunioni, le cresime. Sono i sacramenti dell’iniziazione cristiana che danno energia e vita a tutta la comunità perché dicono con forza e chiarezza che la vita quotidiana è una comunione ricca di grazia con il Signore. Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di “non lasciarci rubare la speranza” e il tempo di Pasqua è quello nel quale la speranza deve essere posta in primissimo piano.

Animati da una Parola di Dio che in ogni passo ci parla di Gesù risorto del quale siamo testimoni, dobbiamo stringere forti legami di solidarietà tra tutti e costruire segni belli, positivi, nelle nostre case, nelle nostre parrocchie, nel nostro quartiere, nella nostra città.

In famiglia ciascuno dica all’altro la riconoscenza per il bene che riceve. I coniugi si scambino sorrisi di intesa e i figli regalino fiori ai genitori. I nonni raccontino cose belle della vita e come hanno saputo anche superare momenti difficili.
I vicini di casa si invitino reciprocamente e nessuno sia lasciato solo.
Quando camminiamo per le strade rallentiamo il passo e non abbiamo timore di scambiarci il saluto.
In chiesa ricordiamo sempre nella preghiera i fratelli e le sorelle che sappiamo essere in un momento di fatica e nell’eucaristia scambiamoci il segno della pace con particolare calore.

La Pasqua è primavera, primavera del cuore e dello spirito. Non facciamola passare invano. La gioia che ci viene donata dall’annuncio e dalla comunione con il Signore risorto sia accolta e ridonata. La morte non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo. Il Signore è sceso fino agli inferi dove ci ha preso per mano per risorgere con lui e ora ci accompagna, passo dopo passo, alla bellezza del Regno.

Nel tempo di Pasqua vivremo anche il mese di maggio, dedicato a Maria. Guardiamo a lei con grande fiducia, come la madre che incessantemente intercede per noi. Proviamo a riprendere tra le mani la corona del rosario e a pregarla con semplicità, con animo di figli. Alle madri non si fanno troppi ragionamenti: si usano parole semplici e dirette.
È bellissimo che anche dai nostri cortili salga a Maria la splendida preghiera del rosario.