L’organo Pietro Bernasconi

L’organo della Basilica San Lorenzo Maggiore è il risultato della grandiosa opera di rifacimento effettuata nel 1884 dal famoso organaro Pietro Bernasconi, colui che nel 1870 eseguì la ricostruzione dell’organo meridionale del Duomo di Milano.

  • STORIA
  • SCHEDA TECNICA
  • REGISTRI

Tab 1

Ponendosi all’ascolto ci si accorge immediatamente che numerose file di canne del grande organo, come i flauti, la voce umana, i principali con relative imitazioni, possiedono qualità timbriche antiche. Tali registri si presumeva potessero risalire ad uno strumento preesistente all’opera di Pietro Bernasconi, cioè ad un organo italiano barocco

 
  • 1700
    La testimonianza della presenza già nel 1700 di un organo situato nella sede attuale è data dal dipinto che raffigura l’interno della chiesa del 1765, custodito in casa parrocchiale. In tale dipinto lo strumento appare però dotato di una diversa disposizione delle canne di facciata.
  • 1808
    Nel 1808 i Fabbricieri richiedono al ministro per il culto di Milano di poter ottenere per la Basilica l’assegnazione dell’organo della antica chiesa di San Giovanni in Conca, i cui resti sono ancora oggi visibili in piazza Missori. Non si conosce la risposta.
  • 1820
    Si sono ritrovate diverse fatture emesse dall’organaro milanese Brunelli, al quale era affidata la manutenzione ordinaria e straordinaria dello strumento.
  • 1832
    Nel 1832 l’organaro milanese Brunelli parla di un ulteriore precedente ampliamento, rivelando la conferma di uno strumento ancora più antico.
  • 1840
    Nel 1840 il costruttore Felice Bossi di Bergamo, curò un restauro ed ampliamento di un organo ancora più antico. In questa occasione esso venne portato agli attuali 16 piedi armonici, con l’aggiunta del principale 16, di alcune imitazioni, di sette nuove canne per registro, così da completare l’ottava più grave della tastiera, potandola dal sol al do. Vennero aggiunti anche registri ad ancia quali la tromba e un violoncello non più esistente, oltre ad un ottavino, la viola bassi, e i bassi armonici. Si può quindi dedurre che la grande massa di registri esistevano già nel 1840.
  • 1996
    Nel secolo scorso l’intervento più importante è stato eseguito nel 1996 dall’organaro Rosso Renzo di Caselle Torinese, un restauro vero e proprio in quanto lo strumento non era più usabile.
  • 2008
    A distanza di 10 anni, si è reso necessario il recupero dell’imponente cassa lignea con frontone e cantoria decorati, in quanto l’usura del tempo ed in particolare l’azione del tarlo stavano compromettendo la solidità del manufatto stesso, col rischio di intaccare anche la parte strumentale. Inoltre lo strumento presentava diverse problematiche foniche e meccaniche, risolvibili soltanto smontandolo completamente.  
    Questo lavoro è stato affidato all’organaro Lenoardo Trotta che oltre allo smontaggio si è occupato di ripulirlo, revisionarlo ed apporvi quelle migliorie tecniche necessarie per eliminare i diversi problemi e difetti accumulatisi nel tempo.  
Il mistero che avvolge il corpo primitivo dell’organo della Basilica rimane tutt’ora presente. Detta richiesta venne mai esaudita? 
I principali registri derivano quindi dall’antico organo di S. Giovanni in Conca, o essi servirono soltanto ad amplicare un piccolo strumento già preesistente in S. Lorenzo? La risposta potrebbe stare negli archivi di S. Giovanni depositati in curia arcivescovile.
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Tab 2

Esso è ubicato sotto l’arco sudorientale del matroneo, contornato dalla cantoria e dal frontone ligneo riccamente decorati. 
L’elettroventilatore e la gran parte della manticeria sono collocati esternamente al retrocassa, in posizione non visibile dall’assemblea.

Il prospetto è di 27 canne appartenenti al Principale primo 8′ bassi, disposte in tre campi a cuspidi piane con bocche allineate; la canna maggiore corrisponde al FA di controttava originario di 12 piedi. Oltre al Grand’Organo ed al Pedale, lo strumento dispone dell’Organo Eco, collocato in posizione posteriore sopraelevata e sovrastante la basseria.

I due somieri maggiori sono a vento, con divisione bassi/soprani fra SI2/DO3; gli altri sette ausiliari e per la basseria sono a saracinesca; la trasmissione è interamente meccanica, in ferro ed ottone; la manticeria si compone di un grande serbatoio principale a doppia lanterna, oltre a due mantici a cuneo e ad un piccolo compensatore apposito per l’Organo Eco.

Le due tastiere sono di 61 note (DO1-DO6), rivestite in osso e noce con lastronature in ebano; la pedaliera è diritta e di 24 note (12 note reali ritornellanti); la registrazione è a manette, disposte ai lati della finestra di consolle.

Accessori Grand’Organo e Pedale: tiratutti, combinazione libera alla lombarda, staffa generale ancie, pedaletti per unione tastiere e terza mano.
Accessori Organo Eco: pedaletti per Flauto in 8va, Tromba dolce, coro violini e comando gelosie.

 

Tab 3

II MANUALEI MANUALE 
Tromba dolce (8', bassi e soprani)Fagotto bassiPrincipale 16' bassi
Voce tremula 8' sopraniTromba sopraniPrincipale 16' soprani
Violone bassi Clarone bassiPrincipale I bassi
Viola bassi (4')Clarinetto sopraniPrincipale I soprani
Violino I soprani (4')Tromba bassiPrincipale II bassi
Viola II bassiCorno inglesePrincipale II soprani
Violino II sopraniControboe sopraniOttava bassi
Voce flebile sopraniControboe bassiOttava soprani
Flauto in ottava (bassi e soprani)Flutta sopraniDuodecima bassi
(reg.vacante)Viola bassiDuodecima soprani
(reg.vacante)Quintadecima
Flauto in ottava bassiDecimanona
Flauto in ottava sopraniVigesima seconda
Ottavino (soprani)Due di Ripieno (XXVI-XXIX)
Duodecima soprani (strument.)Due di Ripieno (XXXIII-XXXVI)
Principale cornetto (soprani)Due di Ripieno (Quadragesime)
Voce umana (soprani)Unione del tasto al pedale
Violone ai pedali (8')Contrabassi e ottava
Timballi (a 2 canne)Contrabassi II
Bombarda (16')Unione dei due organi
Terza mano